Pellegrinaggi tra il Santuario, L’Eremo e la Natura

Nell’area settentrionale delle Colline livornesi sono presenti due complessi storico-religiosi di culto Mariano che hanno caratterizzato dal punto di vista sociale, economico e religioso questa porzione di territorio: il Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, esterno ma prossimo al Percorso proposto da questa Guida, e l’Eremo di Santa Maria alla Sambuca, più lontano verso nord-ovest (6,5 km in linea d’aria).

Antichi pellegrinaggi dalla Via Francigena alla Sambuca

I pellegrini di ritorno da Santiago di Compostela (Spagna) o diretti a Roma, due delle tre grandi mete, insieme a Gerusalemme, dei pellegrinaggi medioevali, arrivati a Marsiglia preferivano spesso il viaggio in nave verso le coste italiane, sbarcando nell’allora Porto Pisano (alla periferia nord dell’attuale città di Livorno). La pianura era paludosa e piena di pericoli, per cui i pellegrini salivano sulle colline alla ricerca di riparo, ospitalità e cibo. Ci sono testimonianze di un percorso che dalla pianura livornese attraverso la via delle Sorgenti costeggiava la valle del torrente Ugione per giungere all’Eremo della Sambuca, dove i pellegrini trovavano ospitalità e ristoro. Dalla Sambuca l’itinerario proseguiva verso Roma lungo la Via delle Parrane oppure lungo il principale percorso della Via Francigena, verso Volterra e S. Gimignano.

Pellegrinaggi tra Montenero e la Sambuca

Con la gestione congiunta dei beni dell’Eremo della Sambuca e del Santuario di Montenero da parte dei Gesuati, tra il 1450 e il 1650 è probabile che siano aumentati i rapporti tra i due luoghi, e che pertanto i devoti che giungevano in pellegrinaggio al Santuario proseguissero poi il loro cammino penitenziale o devozionale verso l’Eremo della Sambuca, così come che i pellegrini ospitati all’Eremo si recassero a chiedere grazie o perdono al Santuario di Montenero.

È possibile ricostruire anche oggi un percorso che, partendo dall’Eremo della Sambuca, sale a Valle Benedetta, prosegue per un breve tratto verso ovest sulla S.P. 5 di Valle Benedetta fino a Poggio Montioni, per poi deviare a sinistra verso Campo della Menta e Popogna Nuova, raggiunge la Strada provinciale e Popogna Vecchia e da qui, seguendo l’attuale segnavia 140, raggiunge Castellaccio; da qui la via del Poggio porta in breve all’Aula Mariana e al Santuario.

I pellegrinaggi al Santuario

Nel 1500, dopo la grazia della Madonna di Montenero alla pestilenza della città di Livorno, iniziarono i pellegrinaggi delle donne della comunità livornese verso il Santuario. Nel tempo questa abitudine si è consolidata e la processione verso il luogo votivo è diventata la più importante della città.

Spiritualità del camminare: la proposta del Percorso del Pellegrino

La presenza di testimonianze religiose e dello storico uso di strade e sentieri come percorso di umiltà e semplicità offre lo spunto per proporre un particolare utilizzo dell’anello di sentieri di questa porzione del Parco. Come il pellegrino di un tempo, noi escursionisti di oggi possiamo – forse dobbiamo – ritrovare lungo questi percorsi un’occasione per rallentare, per ascoltare e ascoltarsi, per osservare.

Così facendo, lontano dai rumori del traffico, della musica o delle nostre appendici elettroniche, possiamo crearci lo stupore dell’ascoltare il canto del cuculo da un bosco lontano, il forte richiamo della poiana alta nei cieli, e la nostra mente si metterà in contatto anche con il rumore scandito dei nostri passi, con il variare del nostro respiro, e piano piano – ce lo insegnano da tanto tempo le filosofie orientali – entreremo in contatto con noi stessi, con il nostro “io”, una sorte di meditazione in cammino in compenetrazione con i suoni, i colori e le forme della Natura, che riuscirà senza che ce ne accorgiamo a rilassarci e, se necessario, a rasserenarci.

È per questo che nella parte iniziale di uno dei sentieri (segnavia 140) è stato realizzato un piccolo sentiero botanico, per aiutarci a guardare, a riconoscere le differenze, a seguire con le stagioni il mutare delle piante, e con loro gli animali che a queste sono legate: una farfalla, un ragno, un frutto mangiucchiato da un uccello, una pigna (strobilo!) rosicchiata da un topo.

Ed è anche per questo che lungo il Percorso troverete delle opportunità per fare una sosta – una panchina, un tavolo – perché sia possibile percorrere l’anello in libertà, seguendo solo i ritmi del nostro corpo e della nostra anima